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BALLA JUARY

​Sferragliando verso sud

di Fabio Izzo

ISBN 978886062278

€ 12,00 - Pag. 140

Dalla prefazione di Gianluca Morozzi: "Facciamo così: una doppia prefazione, per chi ama il calcio e per chi non ama affatto il calcio. Per chi ama il calcio: Juary era famoso per la sua danza intorno alla bandierina del calcio d’angolo, una delle prime esultanze veramente pittoresche della storia del pallone, prima delle mitragliatrici e delle maglie sulla testa e dei trenini e tutto il resto. Ora: da maniacale tifoso del Bologna quale sono, per me i giocatori si dividono nelle due categorie Ci hanno fatto del ma-le-Non ci hanno fatto del male. Juary non ci ha mai fatto del male (leggi: non ci ha mai fatto gol), forse perché quando ballava intorno alle bandierine del calcio d'angolo in serie A il Bologna languiva in immonde categorie inferiori. Se ha fatto gol al Bologna in un sessantaquattresimo di finale di coppa Italia che ho dimenticato, ebbene, lo perdono. Balla in pace, fratello.

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Per chi non ama il calcio: C’è in questo romanzo una frase che da sola spiega gli anni Zero che stiamo vivendo (bello pensare che tra poco vivremo gli anni Dieci. Questi, ahimè, come dice il poeta Vasco Brondi, sono gli anni Zero). La frase è: Dico che ho fatto una recita per il Tibet e rispondono che era meglio fossi andato ad "Amici". Un giorno, negli anni duemiladuecentodieci, qualcuno ritroverà una copia di questo romanzo e capirà il nostro presente da questa frase. E capirà anche l'immigrazione ("la Svizzera, il paese dove i figli di questa terra hanno cominciato a mangiare, armati in questa guerra di conquiste solo della loro fame ereditaria, fame su fame, come se ognuno di loro portasse sulle loro spalle e dentro ai loro stomaci la fame dei padri, dei nonni e dei loro antenati tutti"), riassunta dalla celebre battuta di Troisi ("emigrante? No, viaggiatore", non a caso citata).
Ma, soprattutto, imparerà il peso di venti euro nella commedia umana. Leggete, e imparate anche voi”.

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Gianluca Morozzi

Fabio Izzo è un polonista cresciuto con il mito di Juary, quando il calcio era un'altra cosa. Ora è a metà strada tra l'essere un webber professionista e un barbiere dilettante, traducente per passione. Poi ha fatto anche altre cose in campo letterario, teatrale e poetico ma all'epoca di Google siete liberissimi di andarvelo a cercare. Ha pubblicato Eco a perdere, (Il Foglio) e Balla Juary (Il Foglio). E’ vincitore del Premio Grinzane Cavour sezione Dialoghi con Pavese.

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